Social Cohesion Days, II edizione

26 - 27 - 28 maggio 2016, Reggio Emilia

Notturno

Racconto di Gabriele d’Annunzio (Italia, 1863-1938) – da Notturno

 

Notturno (estratto)

Non scrivo sulla sabbia, scrivo sull’acqua.
Ogni parola tracciata si dilegua, come nella rapina d’una corrente scura.
A traverso la punta dell’indice e del medio mi sembra di vedere la forma della sillaba che incido.
E’ un attimo, accompagnato da un luccicore come di fosforescenza.
La sillaba si spegne, si cancella, si perde nella fluida notte.
Il pensiero sembra correre sopra un ponte che dietro lui precipiti. L’arco poggiato alla riva è
distrutto, sùbito crolla l’arco mediano. L’ansia raggiunge la riva opposta con uno sgomento di
scampo, mentre il terzo arco cede e sparisce.
Scrivo come chi caluma l’àncora, e la gomena scorre sempre più rapida, e il mare sembra senza
fondo, e la marra non giunge mai a mordere nè la gomena a tesarsi.
Come il rapimento di una melodia che sorge improvvisa da un’orchestra profonda; come la
rivelazione d’un verso che sveglia il suono segreto dell’anima; come il messaggio del vento che è
la rapidità dell’infinito in cammino; con uno spirito senza riva, con un corpo senza forma, con un
gaudio che sembra terrore, io sento l’idealità del mondo.

 

Gabriele d’Annunzio (Italia, 1863-1938) – da Notturno

 

Notturno è stato scritto a Venezia in modo molto curioso. Per saperne di più:

https://it.wikipedia.org/wiki/Notturno_%28D’Annunzio%29

 

13

Foto: courtesy Diana Marrone.

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente.Aggiorna ora

×