Social Cohesion Days, II edizione

26 - 27 - 28 maggio 2016, Reggio Emilia

Storie di Coesione

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

Baobab Experience

Baobab Experience

Nel 2004 nasce il Centro Baobab – all’interno di una vecchia vetreria abbandonata – situata a Roma, in via Cupa 5, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina. In questi anni il centro è stato utilizzato per attività culturali e di prima accoglienza. Dal 12 giugno 2015 questa struttura è diventata un contesto di azione autogestita da parte…

Nel 2004 nasce il Centro Baobab – all’interno di una vecchia vetreria abbandonata – situata a Roma, in via Cupa 5, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina. In questi anni il centro è stato utilizzato per attività culturali e di prima accoglienza. Dal 12 giugno 2015 questa struttura è diventata un contesto di azione autogestita da parte di liberi cittadini che spontaneamente hanno prestato il loro tempo per accogliere migranti o rifugiati in transito sul territorio romano.
Il movimento è formato da cittadini, lavoratori, disoccupati, studenti, medici, artisti e persone di ambi i sessi, di ogni ceto sociale e di ogni generazione che da mesi si stanno mobilitando per i diritti dei migranti e il loro libero transito.
Attualmente, dopo lo sgombero della struttura avvenuta il 6 dicembre 2015, in assenza di una sede, il gruppo continua a dare un’accoglienza degna, supportati da associazioni mediche e legali e dalla rete costituita nei mesi con associazioni di attivisti nazionali ed europei, e si è costituito in associazione alla quale è stato dato il nome di “Baobab Experience”.

Il Baobab ha dimostrato che a Roma, e nei suoi dintorni, c’è una società civile cosciente ed umana, che all’occasione agisce con sacrificio e dedizione dando agli altri sostegno psicologico, cure sanitarie, assistenza legale, cibo e vestiti, posti letto e svago.

Il tipo di accoglienza dei volontari del Baobab ha suscitato l’interesse di tante associazioni romane e italiane, di artisti e di privati cittadini. Il Baobab è stato un fenomeno di civiltà e lo vuole essere ancora, per senso civile ed umano, perché ogni volontario, in assenza delle istituzioni, non può assistere inerte alla disperazione di altri esseri umani.

Impact Hub | Reggio Emilia

Impact Hub | Reggio Emilia

Impact Hub è una rete internazionale di spazi e persone dove imprenditori, creativi e professionisti possono accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, sviluppare idee innovative e potenziare relazioni utili, individuando nuove opportunità di mercato. Dal primo Impact HUB fondato a Londra nel 2005, è nato un movimento globale che ha già dato vita a 80 Hub dislocati…

Impact Hub è una rete internazionale di spazi e persone dove imprenditori, creativi e professionisti possono accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, sviluppare idee innovative e potenziare relazioni utili, individuando nuove opportunità di mercato. Dal primo Impact HUB fondato a Londra nel 2005, è nato un movimento globale che ha già dato vita a 80 Hub dislocati in altrettante città nel mondo, e che continua a coinvolgere persone, idee e luoghi ad una velocità sempre maggiore. Ad oggi, la community globale di Impact HUB conta più di 10000 iscritti. Noi che siamo l’Impact Hub Reggio Emilia, siamo nati a Maggio 2015, ci riteniamo essere un luogo dove si arriva per sviluppare un’idea/progetto che ha bisogno di competenze, supporto e incoraggiamento o per affittare una postazione di lavoro in un ambiente aperto, condiviso e collaborativo. I nostri membri sono imprenditori, investitori sociali, freelance, startupper, creativi, artisti, consulenti, innovatori e giovani professionisti. Ci divertiamo a lavorare insieme allo sviluppo di progetti sostenibili, di soluzioni che rispondano ai bisogni del territorio, tenendo insieme economia e società, attraverso l’uso di metodologie partecipative e la costante contaminazione tra settori diversi. Il nostro obiettivo è quello di diventare punto di riferimento per Reggio Emilia e provincia, dando vita ad un luogo dedicato all’innovazione, all’imprenditoria sociale e al network tra esperienze e competenze diverse e complementari.

Attento a come parli

Attento a come parli

Chi di “pregiudizi” ferisce, di “pregiudizi” perisce
La fondazione Mondinsieme svolge da anni attività e laboratori nelle scuole superiori di Reggio Emilia. Negli anni sono state incontrate centinaia di classi di istituti superiori diversi e migliaia di studenti con cui sono stata affrontate tematiche quali la diversità, il pregiudizio, le migrazioni e la cittadinanza attiva. Il fulcro dell’attività didattica è lo studente che apprende attraverso un processo…

La fondazione Mondinsieme svolge da anni attività e laboratori nelle scuole superiori di Reggio Emilia. Negli anni sono state incontrate centinaia di classi di istituti superiori diversi e migliaia di studenti con cui sono stata affrontate tematiche quali la diversità, il pregiudizio, le migrazioni e la cittadinanza attiva. Il fulcro dell’attività didattica è lo studente che apprende attraverso un processo di elaborazione e integrazione di molteplici esperienze collaborative con i suoi compagni di classe.
Non si tratta, infatti, di fare lezione, ma di offrire spunti operativi per decostruire e costruire saperi, da non trasformarsi in rigidità e preconcetto. In questa dimensione, ogni laboratorio si configura come un tirocinio in cui sperimentare modalità nuove di socialità costruttiva e flessibile. Spesso capita che la discussione tra studenti produca materiale didattico (video, interviste, articoli) preziosissimo sia per Mondinsieme che per le scuole e gli insegnanti.
Questo è il caso del video “Attento a come parli” frutto di un laboratorio con una classe quinta dell’istituto “Matilde di Canossa” dell’a.s. 2010-2011. Nel corso di questo laboratorio si è affrontato il tema dello stereotipo e del pregiudizio come componente naturale di tutte le culture. Sono state selezionate, a titolo d’esempio, alcune categorie nazionali e culturali, in particolare la nazionalità tedesca, quella cinese e la cultura islamica, e sono stati invitati in classe alcuni testimoni rappresentanti tali categorie. Da una parte ai testimoni è stato chiesto di riportare gli stereotipi e i pregiudizi sugli italiani maggiormente condivisi dalle loro comunità d’appartenenza. In modo speculare è stato chiesto alle studentesse di pensare agli stereotipi e ai pregiudizi più in voga tra gli italiani, in relazione alle tre categorie trattate. Il ricco confronto avvenuto in aula, mediato dagli educatori di Mondinsieme, ha prodotto un materiale esclusivo in quanto primo laboratorio su tale tematica, realizzato da Mondinsieme.

Il video “Attento a come parli” è stato inoltre candidato al Concorso Internazionale Plural +, indetto dalle Nazioni Unite, portando alla vincita del premio COPEAM 2012. La classe partecipò alla premiazione tenuta a New York organizzate dalle Nazioni Unite.

Guarda il video

I Tavoli di Quartiere

I Tavoli di Quartiere

I Tavoli di Quartiere sono luoghi di partecipazione e progettazione che vivono con l’apporto di molteplici attori sociali del pubblico e del terzo settore, quindi a composizione mista (operatori del servizio sociale e di quello sanitario, cittadini, volontari di associazioni, parrocchiani) e fluida (durante un lungo percorso c’è chi entra, chi esce, chi rientra), con consistenti autonomie progettuali e rilevante…

I Tavoli di Quartiere sono luoghi di partecipazione e progettazione che vivono con l’apporto di molteplici attori sociali del pubblico e del terzo settore, quindi a composizione mista (operatori del servizio sociale e di quello sanitario, cittadini, volontari di associazioni, parrocchiani) e fluida (durante un lungo percorso c’è chi entra, chi esce, chi rientra), con consistenti autonomie progettuali e rilevante costanza di appuntamenti (almeno un incontro al mese). Si configurano come un dispositivo territoriale che fa della territorialità una scelta di vicinanza vera, dove coloro che vi partecipano si confrontano sulle problematiche di quel territorio e insieme individuano nuove opportunità per sostenere le famiglie e le persone nei loro contesti di vita.

Nati nel 2006 e promossi dai Poli territoriali di Servizio Sociale, inizialmente si muovono con l’obiettivo di ri-progettare i Centri Diurni per anziani e generano, nei loro primi anni di vita, molte iniziative per gli anziani sia non autosufficienti sia in particolare della così detta “area di mezzo”; lavorano, quindi, fin da subito, sul contrasto alla solitudine, all’isolamento e alla tessitura di forti legami intorno agli anziani, con le loro problematiche, e agli anziani visti anche come risorsa per la comunità. Gli esiti così positivi di questa prima esperienza ne hanno favorito una loro diffusione, tant’è che ad oggi i Tavoli di Quartiere, intesi come luoghi di progettazione partecipata, sono attivi non solo per il mondo anziani, ma anche rispetto ai temi della genitorialità e della disabilità. In questa ormai decennale esperienza hanno costruito ed attuato oltre 50 progetti, coinvolgendo cittadini e volontari, con costi tendenti allo zero.

Rifugiati in Famiglia

Rifugiati in Famiglia

Il progetto nasce da un’idea di CIAC onlus e Consorzio Communitas onlus e ha come obiettivo l’accoglienza di rifugiati all’interno di famiglie del Parmense. È una sperimentazione nazionale che vede la luce nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) e più precisamente in continuità con il progetto “Terra d’asilo“, che ha per capofila il Comune di…

Il progetto nasce da un’idea di CIAC onlus e Consorzio Communitas onlus e ha come obiettivo l’accoglienza di rifugiati all’interno di famiglie del Parmense. È una sperimentazione nazionale che vede la luce nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) e più precisamente in continuità con il progetto “Terra d’asilo“, che ha per capofila il Comune di Fidenza, e il progetto “Una città per l’asilo“, che ha per capofila il Comune di Parma. In precedenti esperienze simili più dell’80% dei rifugiati accolti hanno raggiunto un buon grado di autonomia, abitativa ed economica, alla fine del progetto. Uno stimolo a cambiare prospettiva, a conoscere il mondo che bussa alle nostre porte, a costruire tutti insieme una vera civiltà dell’accoglienza.

Cosa prevede il progetto

– Accoglienza per un massimo di 9 mesi- Rimborso mensile alle famiglie

– Continuo supporto e momenti dedicati di verifica da parte di specialisti dell’asilo e della psicologia famigliare

– Un operatore di progetto (psicologo) dedicato a supportare le dinamiche e le pratiche concrete di accoglienza

– In caso di difficoltà nell’accoglienza, garanzia per il rifugiato di rientrare nel progetto SPRAR

– Momenti di confronto e socializzazione comunitari

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