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IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

Buon lavoro – la fabbrica per la città

Buon lavoro – la fabbrica per la città

Metti una grande azienda che ama la sua comunità
Alessi, l’azienda made in Italy di design, non ha bisogno di presentazioni. In tempo di crisi, a fronte di un calo di produzione anziché richiedere la cassa integrazione, da giugno a novembre 2013, lo storico marchio ha deciso di prestare i suoi lavoratori alla comunità e partecipare attivamente al benessere della sua città attivando il progetto “Buon lavoro – la…

Alessi, l’azienda made in Italy di design, non ha bisogno di presentazioni. In tempo di crisi, a fronte di un calo di produzione anziché richiedere la cassa integrazione, da giugno a novembre 2013, lo storico marchio ha deciso di prestare i suoi lavoratori alla comunità e partecipare attivamente al benessere della sua città attivando il progetto “Buon lavoro – la fabbrica per la città”. Trecento lavoratori dell’azienda di Omegna (VB) hanno quindi dedicato da 1 a 8 giornate di lavoro normalmente retribuito per lavori utili al decoro e al benessere della comunità, dal tinteggio, alle pulizie stradali, finanche alla creazione di un laboratorio per utenti disabili all’interno dell’azienda, allestito con l’aiuto dei volontari. Operai e dirigenti hanno prestato circa 9000 ore di servizio e l’azienda intera si è mossa, con tutto il contesto di partner e collaboratori, per reperire le competenze e attrezzature necessarie alle attività: Acque Minerali Bognanco, già partner di Alessi per il progetto “AdiAcqua”, che ha dissetato i volontari nel corso delle attività; CIPIR, che ha donato le vernici per la ritinteggiatura della scuola; l’architetto Claudia Raimondo e Michele Capris, storici fornitori di Alessi, che hanno prestato gratuitamente la propria consulenza per il progetto, l’Alessi Club, che ha offerto il rinfresco dell’evento di lancio e infine la Fondazione Comunitaria del VCO che ha contribuito ai costi vivi dell’attività.

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Benvenuti rifugiati

Benvenuti rifugiati

Accoglienza per i richiedenti asilo
Le condizioni di vita delle persone che richiedono asilo in un paese straniero, fuggendo da guerra e persecuzioni, è spesso drammatica e provvisoria, anche quando, ricevuti i documenti e usciti dai percorsi di accoglienza predisposti dallo Stato italiano, ci si trova a dover ricominciare da capo e da soli un progetto di vita. Partecipare attivamente per contribuire al miglioramento delle…

Le condizioni di vita delle persone che richiedono asilo in un paese straniero, fuggendo da guerra e persecuzioni, è spesso drammatica e provvisoria, anche quando, ricevuti i documenti e usciti dai percorsi di accoglienza predisposti dallo Stato italiano, ci si trova a dover ricominciare da capo e da soli un progetto di vita. Partecipare attivamente per contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita si può, ed è relativamente semplice. Con REFUGEES WELCOME – Benvenuti rifugiati è possibile accogliere come coinquilino un rifugiato. L’ospitante può essere aiutato a sostenere le spese attraverso progetti di micro crowdfunding e attraverso finanziamenti pubblici specifici e intanto i rifugiati saranno aiutati ad inserirsi in una realtà più umana fatta di relazioni, attività, scambi, in una convivenza alla pari rispettosa delle vicendevoli dignità personali. Comunità, insomma. In cui il rapporto economico viene gestito affinché chi offre ospitalità non debba farsi carico completamente del mantenimento di una persona, ma che, certo, si fa carico del suo coinvolgimento in una dimensione comunitaria e relazionale. L’accoglienza si sviluppa in varie dimensioni: può essere in seno alla famiglia o alle proprie conoscenze e, per il semplice fatto di dare stabilità -anche solo in senso fisico – al rifugiato, ne facilita le ricerche primarie: inserimento, lavoro, amicizie. Il Network internazionale REFUGEES WELCOME è nato a Berlino nel 2014 e, l’anno successiva è arrivata in Italia, per diffondere l’accoglienza in famiglia dei richiedenti asilo.

 

 

https://www.facebook.com/refugeeswelcomeitalia/

 

 

P’orto di Lampedusa

P’orto di Lampedusa

Un nuovo punto di vista, partendo dal basso
L’orto come immagine della comunità: così a Lampedusa creano luoghi di ricerca e sperimentazione, di aggregazione e unitarietà attraverso il fattore unificante della terra e della sua vitale produttività. La creazione di un orto comunitario, i cui lotti sono destinati agli abitanti dell’isola e agli ospiti del Centro Diurno di Lampedusa, persone con disabilità fisiche e psico-intellettive, sarà preso ripetuta…

L’orto come immagine della comunità: così a Lampedusa creano luoghi di ricerca e sperimentazione, di aggregazione e unitarietà attraverso il fattore unificante della terra e della sua vitale produttività. La creazione di un orto comunitario, i cui lotti sono destinati agli abitanti dell’isola e agli ospiti del Centro Diurno di Lampedusa, persone con disabilità fisiche e psico-intellettive, sarà preso ripetuta con la creazione di un secondo orto, che sarà allestito nell’estate 2016 durante il campo volontario organizzato da Terra!onlus. “L’immagine dell’isola – spiega Silvia Cama dell’associazione, coordinatrice del progetto – è troppo spesso collegata ad eventi drammatici mentre il progetto degli orti a Lampedusa intende ridare un immaginario positivo e vitale di questa terra sia fuori che tra gli stessi abitanti dell’isola”. L’orto dunque come mezzo non solo per una rigenerazione ambientale e paesaggistica, ma anche come percorso di consapevolezza per gli individui e delle comunità. La scelta di selezionare, in partnership con l’Università e Legambiente, sementi originari dell’isola, di attivare colture a basso impatto idrico, la costruzione di due cupole geodetiche per l’area di accoglienza e il semenzario rendono questo progetto sostenibile da molti punti di vista: ambientale, economico e anche estetico, trattandosi di orti collocati,in accordo con la Soprintendenza, in aree archeologiche. Il progetto, partito grazie al finanziamento della Fondazione Alleance, ha poi permesso l’avvio di una piccola economia locale. Una persona, finanziata a tempo pieno, seguirà per due anni il progetto in loco mentre, grazie al lavoro delle persone del centro diurno, è attiva una raccolta degli scarti organici domiciliare dai fruttivendoli dell’isola che alimenta la compostiera dell’orto. Autonomia quindi – personale, alimentare -, dignità, ambiente, relazioni sono quindi le parole chiave di questo progetto che dalla terra intendono dare vita ad una nuova visione.

 

#Oltreiperimetri

#Oltreiperimetri

Il nuovo welfare per le nuove povertà
Gli ultimi anni hanno costretto la società italiana a fare i conti con nuove povertà, nuovi disagi e conseguentemente nuove esigenze di intervento sociale a cui non sempre le strutture esistenti hanno saputo adattarsi. “#OltreiPerimetri”, il progetto attivato dalla azienda speciale Sercop di Rho, vuole superare i confini tradizionale dell’intervento sociale raggiungendo chi, per il repentino mutamento economico, non è…

Gli ultimi anni hanno costretto la società italiana a fare i conti con nuove povertà, nuovi disagi e conseguentemente nuove esigenze di intervento sociale a cui non sempre le strutture esistenti hanno saputo adattarsi. “#OltreiPerimetri”, il progetto attivato dalla azienda speciale Sercop di Rho, vuole superare i confini tradizionale dell’intervento sociale raggiungendo chi, per il repentino mutamento economico, non è in grado di chiedere aiuto e proporre soluzioni specifiche per queste criticità. Individuati alcuni campi d’intervento di primaria importanza, “Oltre i perimetri” ha proposto una progettualità mirata, costruita attraverso la ricerca e la convergenza di partner differenti. Attraverso l’identificazione di soluzioni abitative a canone calmierato, di soluzioni personalizzate di consulenza per la gestione del risparmio, della vita familiare e del lavoro, facilitando e indirizzando il potenziamento delle risorse personali. “Anche i luoghi d’incontro hanno richiesto un ripensamento – dice Oliviero Matta, responsabile del progetto – e così sono nati gli #opcafè, luoghi di passaggio, ma anche socializzazione, incontro e risposte su alcune problematiche. Il progetto, nato nel maggio 2015 e ancora in una fase di consolidamento, ma ha già dato risultati positivi soprattutto nell’aspetto di unione e consolidamento della comunità. Col tempo ci aspettiamo di sviluppare anche il bacino di utenti a cui si potrà rispondere su casa, famiglia e lavoro. L’obiettivo è infatti lavorare su un modello di welfare che sia comunitario e generativo, coltivando risorse fatte per intrecciarsi e alimentare dinamiche positive”. Tra fondazioni bancarie, cooperative e nove comuni dell’interland milanese, la collaborazione è stretta anche grazie a una costante attività di fundraising e al coordinamento di Sercop, l’azienda speciale dei Comuni del Rohdense.

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