L’orto come immagine della comunità: così a Lampedusa creano luoghi di ricerca e sperimentazione, di aggregazione e unitarietà attraverso il fattore unificante della terra e della sua vitale produttività. La creazione di un orto comunitario, i cui lotti sono destinati agli abitanti dell’isola e agli ospiti del Centro Diurno di Lampedusa, persone con disabilità fisiche e psico-intellettive, sarà preso ripetuta…
L’orto come immagine della comunità: così a Lampedusa creano luoghi di ricerca e sperimentazione, di aggregazione e unitarietà attraverso il fattore unificante della terra e della sua vitale produttività. La creazione di un orto comunitario, i cui lotti sono destinati agli abitanti dell’isola e agli ospiti del Centro Diurno di Lampedusa, persone con disabilità fisiche e psico-intellettive, sarà preso ripetuta con la creazione di un secondo orto, che sarà allestito nell’estate 2016 durante il campo volontario organizzato da Terra!onlus. “L’immagine dell’isola – spiega Silvia Cama dell’associazione, coordinatrice del progetto – è troppo spesso collegata ad eventi drammatici mentre il progetto degli orti a Lampedusa intende ridare un immaginario positivo e vitale di questa terra sia fuori che tra gli stessi abitanti dell’isola”. L’orto dunque come mezzo non solo per una rigenerazione ambientale e paesaggistica, ma anche come percorso di consapevolezza per gli individui e delle comunità. La scelta di selezionare, in partnership con l’Università e Legambiente, sementi originari dell’isola, di attivare colture a basso impatto idrico, la costruzione di due cupole geodetiche per l’area di accoglienza e il semenzario rendono questo progetto sostenibile da molti punti di vista: ambientale, economico e anche estetico, trattandosi di orti collocati,in accordo con la Soprintendenza, in aree archeologiche. Il progetto, partito grazie al finanziamento della Fondazione Alleance, ha poi permesso l’avvio di una piccola economia locale. Una persona, finanziata a tempo pieno, seguirà per due anni il progetto in loco mentre, grazie al lavoro delle persone del centro diurno, è attiva una raccolta degli scarti organici domiciliare dai fruttivendoli dell’isola che alimenta la compostiera dell’orto. Autonomia quindi – personale, alimentare -, dignità, ambiente, relazioni sono quindi le parole chiave di questo progetto che dalla terra intendono dare vita ad una nuova visione.