fbpx

IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

Il muro della gentilezza

Il muro della gentilezza

Il muro della gentilezza è nato in Iran nel 2005 per donare cappotti e indumenti pesanti ai senzatetto delle città. L’iniziativa di solidarietà in poco tempo ha spopolato sul web e si è diffusa in tutto il mondo arrivando anche in Italia, da nord a sud; esistono muri a Roma, Firenze, Parma, Modica, Latina, Monza, l’ultimo è spuntato proprio in…

Il muro della gentilezza è nato in Iran nel 2005 per donare cappotti e indumenti pesanti ai senzatetto delle città. L’iniziativa di solidarietà in poco tempo ha spopolato sul web e si è diffusa in tutto il mondo arrivando anche in Italia, da nord a sud; esistono muri a Roma, Firenze, Parma, Modica, Latina, Monza, l’ultimo è spuntato proprio in questi giorni a Bologna.

Giacche, cappotti, coperte, pantaloni sono appesi sui muri della gentilezza, accomunati da un’unica missione: prendi un indumento se ne hai bisogno, lasciane uno se non lo usi più.

Il Pollaio sociale

Il Pollaio sociale

Il Pollaio sociale è un progetto ideato e realizzato dalla Cooperativa Sociale Seacoop,  attiva a Imola dal 1986, per offrire a ragazzi con disabilità cognitive la possibilità di partecipare attivamente a un percorso di consapevolezza sulle tematiche della salvaguardia dell’ambiente, del benessere degli animali da allevamento e dei vantaggi nutrizionali del consumo di uova fresche, prodotte con metodi che privilegiano…

Il Pollaio sociale è un progetto ideato e realizzato dalla Cooperativa Sociale Seacoop,  attiva a Imola dal 1986, per offrire a ragazzi con disabilità cognitive la possibilità di partecipare attivamente a un percorso di consapevolezza sulle tematiche della salvaguardia dell’ambiente, del benessere degli animali da allevamento e dei vantaggi nutrizionali del consumo di uova fresche, prodotte con metodi che privilegiano il rispetto per la natura.

Il territorio coinvolto da questa esperienza è quello delle campagne di Toscanella di Dozza, tra Imola e Bologna. Qui, in una struttura costruita in legno di 10 mq sono ospitate 30 galline ovaiole; circondate da un pascolo recintato di 300 mq sono libere di razzolare e cibarsi autonomamente con mangime bilanciato e verdure fresche.

Economia solidale, progettazione sociale, sostenibilità ambientale e cittadinanza attiva si intrecciano tra loro per dare vita ad un’iniziativa di coesione sociale in cui tutti gli attori coinvolti contribuiscono al benessere complessivo delle proprie comunità. 

Il progetto concorre contemporaneamente a più finalità sociali. La prima è indubbiamente quella di consentire a ragazze e ragazzi disabili, frequentanti un centro socio-occupazionale, di sperimentare nuove abilità ed esperienze rafforzando la propria autostima e le proprie competenze. Le galline, al cui accudimento i ragazzi contribuiscono con grande partecipazione e coinvolgimento, possono così vivere in un ambiente sano e in un contesto rispettoso del loro ciclo di vita. Elemento tutt’altro che secondario di questa iniziativa è il sostegno ad una vera e propria economia circolare, capace di mettere in relazione città e campagna in modo innovativo e sostenibile

Il progetto non potrebbe esistere senza il contributo dei numerosi cittadini che, con un semplice ma grande gesto di solidarietà e partecipazione attiva, hanno deciso di adottare una gallina al costo di 95 euro all’anno; quota che comprende il mantenimento della gallina, la gestione del progetto e 250 uova fresche.

 

Per informazioni su come adottare una gallina chiama allo 0542 673630.
Se sei una cooperativa  o un’associazione e vuoi avviare un Pollaio Sociale scrivi una mail a pollaiosociale@seacoop.coop per ricevere tutte le informazioni.

  

 Visita il sito del progetto

Visita la pagina Facebook

Homeless world cup

Homeless world cup

Homeless World Cup è un torneo internazionale di calcio al quale possono partecipare esclusivamente squadre composte da senzatetto. Il torneo si svolge annualmente in varie città del mondo; nel 2019 si terrà dal 27 luglio al 3 agosto a Cardiff. L’idea è nata in Scozia dalla Homeless World Cup Foundation che dal 2003, anno dopo anno, sta crescendo sempre di…

Homeless World Cup è un torneo internazionale di calcio al quale possono partecipare esclusivamente squadre composte da senzatetto. Il torneo si svolge annualmente in varie città del mondo; nel 2019 si terrà dal 27 luglio al 3 agosto a Cardiff.
L’idea è nata in Scozia dalla Homeless World Cup Foundation che dal 2003, anno dopo anno, sta crescendo sempre di più, fino a coinvolgere 74 Paesi partecipanti, con nazionali maschili e femminili.
A distanza di 10 anni la Coppa che cambia le vite è pronta a tornare in Italia, l’edizione 2009 si svolse, infatti, a Milano. Adesso tocca a Roma: tra pochi giorni, si saprà se la sua candidatura è quella vincente per ospitare la Homeless World Cup 2020.
E «cambiare le vite» non è uno slogan, perché la settimana di competizioni è l’apice di un lavoro sulle persone coinvolte che dura un anno e che viene svolto per ogni Paese da un’associazione specifica (in Italia è a Milano): la percentuale di riconversione, cioè di ritorno alla vita normale dei senzatetto che partecipano al progetto, è dell’80 per cento. Dal 2003 a oggi è cambiata la vita di un milione di persone.

Visita il sito del progetto

 

Orange Fiber: tessuti sostenibili dagli agrumi

Orange Fiber: tessuti sostenibili dagli agrumi

Orange Fiber è una fibra tessile artificiale di origine naturale – simile alla seta – la prima al mondo ad essere estratta dagli scarti di lavorazione degli Agrumi. L’idea è nata in Sicilia da due giovani ragazze che credono fermamente nel futuro sostenibile della moda. Orange Fiber è stata ottenuta grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano che nel 2012…

Orange Fiber è una fibra tessile artificiale di origine naturale – simile alla seta – la prima al mondo ad essere estratta dagli scarti di lavorazione degli Agrumi. L’idea è nata in Sicilia da due giovani ragazze che credono fermamente nel futuro sostenibile della moda.

Orange Fiber è stata ottenuta grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano che nel 2012 ha sviluppato un innovativo processo che consente di trasformare il sottoprodotto che l’industria di trasformazione agrumicola produce, circa 1 milione di tonnellate l’anno –  e che altrimenti andrebbero smaltite con dei costi per l’industria del succo di agrumi e per l’ambiente – in un tessuto di alta qualità capace di rispondere al bisogno di sostenibilità e innovazione dei fashion brand. L’innovativo processo è stato brevettato in Italia nel 2013 ed esteso a PCT internazionale l’anno seguente. La prima parte della trasformazione avviene in Sicilia, dove la cellulosa atta alla filatura viene estratta. Viene poi mandata in Spagna, qui un’azienda partner la trasforma in filato. Infine rientra in Italia e una tessitura comasca la trasforma nel prodotto finito: un tessuto sostenibile di alta qualità per il settore moda-lusso.

La soluzione individuata offre la possibilità di soddisfare la crescente richiesta di cellulosa per uso tessile preservando le risorse naturali, senza produrre scarti industriali. Paragonato alle fibre cellulosiche artificiali esistenti, sia quelle derivate da legno che quelle da canapa e bambù, Orange Fiber non sfrutta le risorse naturali, ma utilizza un sottoprodotto destinato allo smaltimento, riducendo così lo sfruttamento di terra e acqua, l’uso di pesticidi inquinanti e l’impatto della produzione tessile sul pianeta. Nel 2016 la startup è stata insignita con il Global Change Award, il premio internazionale indetto dalla H&M Foundation, per accelerare le innovazioni con il più alto potenziale di trasformazione dell’industria della moda in chiave sostenibile.

Scopri di più e guarda l’ultima collezione

REFOOD Italia

REFOOD Italia

Refood è un’organizzazione non-profit eco-umanitaria, gestita al 100% da volontari, con la missione di eliminare gli sprechi alimentari e la fame attraverso la raccolta e il recupero di cibo avanzato da supermercati, ristoranti e bar e la conseguente ridistribuzione a chi ne ha bisogno. Il progetto, nato a Lisbona nel 2011 da un’idea di Hunter Halder, conta oggi più di…

Refood è un’organizzazione non-profit eco-umanitaria, gestita al 100% da volontari, con la missione di eliminare gli sprechi alimentari e la fame attraverso la raccolta e il recupero di cibo avanzato da supermercati, ristoranti e bar e la conseguente ridistribuzione a chi ne ha bisogno.

Il progetto, nato a Lisbona nel 2011 da un’idea di Hunter Halder, conta oggi più di 4.000 volontari solo in Portogallo e il suo modello è stato esportato in tutto il mondo. In italia attualmente esistono 10 gruppi di lavoro: Roma, Venezia, Bologna, Milano, Torino, Palermo, Udine, Padova, Lecce, Napoli. E circa un centinaio di volontari, organizzati in gruppi di studio, stanno studiando come affrontare la burocrazia italiana e distribuire il cibo che altrimenti verrebbe buttato.

Refood Italia sta cercando persone che abbiano voglia di collaborare al progetto o anche solo interessate e disposte a fare passaparola!
Per adesioni e informazioni è possibile inviare una mail a Lynn Chasson, portavoce degli esploratori italiani: lynn@refooditalia.org

Visita la pagina Facebook

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente.Aggiorna ora

×