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IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

Reagire

Reagire

Costruire inclusione sociale tramite il design
Reagire è un progetto per restituire protagonismo a persone e luoghi marginalizzati nel Comune di Reggio Emilia. Nasce dall’idea di voler sperimentare nuove vie per costruire inclusione sociale tramite il design, cercando di ripensare e riprogettare le interazioni sociali tra le persone. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di co-progettare insieme agli utenti del laboratorio un intervento urbano, capace di…

Reagire è un progetto per restituire protagonismo a persone e luoghi marginalizzati nel Comune di Reggio Emilia. Nasce dall’idea di voler sperimentare nuove vie per costruire inclusione sociale tramite il design, cercando di ripensare e riprogettare le interazioni sociali tra le persone.

Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di co-progettare insieme agli utenti del laboratorio un intervento urbano, capace di incarnare e di trasmettere alla cittadinanza una tematica delicata come quella della marginalizzazione sociale.

Il progetto ha preso vita da un percorso di collaborazione tra Maria Naomi Galavotti e Martina Ranedda, laureande presso la Facoltà di Design e Arte della Libera Università di Bolzano, l’Atelier creativo Paradise Street e l’Assessorato alla Sicurezza del Comune di Reggio Emilia.

Birrificio Messina

Birrificio Messina

La fabbrica salvata dai lavoratori
La birra messinese viene prodotta dal 1923 dalla famiglia Presti-Faranda. Alla fine degli anni ’80 l’Heineken rileva lo stabilimento, ma dopo un buon periodo iniziale, decide di chiudere l’impianto. Intervengono quindi gli eredi dei Faranda che tornano a produrre la birra sotto il nome di Triscele Srl. Ma nel 2011 i 41 operai dell’azienda ricevono la lettera di licenziamento. “Era…

La birra messinese viene prodotta dal 1923 dalla famiglia Presti-Faranda. Alla fine degli anni ’80 l’Heineken rileva lo stabilimento, ma dopo un buon periodo iniziale, decide di chiudere l’impianto. Intervengono quindi gli eredi dei Faranda che tornano a produrre la birra sotto il nome di Triscele Srl. Ma nel 2011 i 41 operai dell’azienda ricevono la lettera di licenziamento. “Era cambiata la destinazione d’uso dei terreni – racconta Mimmo Sorrenti, attuale presidente del Birrificio Messina –. Avevano assunto un valore dieci volte superiore a quello iniziale di quattro milioni di euro. Noi operai abbiamo spinto per il trasferimento della produzione, ma il vecchio proprietario ci ha tradito”.

Le ricerche di nuovi investitori cadono nel vuoto e, nel 2014, 15 dei 41 lavoratori decidono di investire mobilità e Tfr per continuare a produrre la birra, diventando padroni-operai: fondano una cooperativa, cercano finanziatori, raccolgono 3,2 milioni di euro, affittano due capannoni da 1200 mq forniti dall’assessorato alle Attività produttive della Regione, comprano nuovi macchinari, completano il percorso burocratico. L’obiettivo è arrivare anche all’estero nel 2017, magari con la vendita online.

Nello stabilimento di Larderia, 10 km a sud di Messina, si produce la Birra dello Stretto (la vecchia etichetta Birra Messina è proprietà di Heineken), la Doc 15 e la Cruda 15. Quindici come i soci fondatori dell’attività.

InGalera Bollate

InGalera Bollate

Dal carcere alla città: il ristorante sociale, un'idea d'impresa
ABC catering è una cooperativa sociale di cuochi professionisti che, sotto la presidenza di Silvia Polleri, offre catering ad Aziende, Pubblica Amministrazione, Università, Associazioni, privati in occasione di convegni, matrimoni, battesimi e compleanni. Nasce nel 2004 nella Casa di Reclusione di Milano Bollate. Ad oggi ABC ha portato a termine con successo più di 450 eventi tra cui ricevimenti e…

ABC catering è una cooperativa sociale di cuochi professionisti che, sotto la presidenza di Silvia Polleri, offre catering ad Aziende, Pubblica Amministrazione, Università, Associazioni, privati in occasione di convegni, matrimoni, battesimi e compleanni. Nasce nel 2004 nella Casa di Reclusione di Milano Bollate. Ad oggi ABC ha portato a termine con successo più di 450 eventi tra cui ricevimenti e cene di gala per clientela di rappresentanza. Produce inoltre pasticceria e pizzeria da asporto e gestisce dal 2014 il bar spaccio interno della Polizia Penitenziaria impiegando anche in questa attività personale esterno e detenuto.
La cooperativa ABC crede nel valore del percorso riabilitativo, nel tentativo di eliminare lo stigma che la società imprime a chi ha trascorso un periodo della propria vita in carcere.

A fine ottobre 2015 è stato inaugurato InGalera: il primo ed unico ristorante in Italia, realizzato in un carcere, aperto al pubblico sia a mezzogiorno che alla sera, in cui lavorano gli ospiti del carcere di Bollate detenuti, seguiti da uno chef e un maître professionisti, dove imparano o hanno già imparato la lavorazione dei cibi e sanno sorprendere i clienti con ricette esclusive e ben fatte.
Il ristorante nasce per offrire ai carcerati, regolarmente assunti, la possibilità di riappropriarsi o apprendere la cultura del lavoro, un percorso di formazione professionale e responsabilizzazione, mettendoli in rapporto con il mercato, il mondo del lavoro e la società civile.
Inoltre, grazie alla sezione carceraria dell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi di Milano presente nella II Casa di Reclusione Milano Bollate, i detenuti studenti possono svolgere InGalera lo stage obbligatorio per il conseguimento del diploma alberghiero.
È un posto giusto per mangiare bene, un’esperienza personale da raccontare.

Guarda il video del progetto realizzato per la prima edizione dei Social Cohesion Days.

 

#HomelessZero

#HomelessZero

#HomelessZero è la campagna di sensibilizzazione promossa da fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) e patrocinata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la realizzazione di misure e interventi contenuti nelle Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia. A partire dal 7 giugno 2016 per un anno la campagna…

#HomelessZero è la campagna di sensibilizzazione promossa da fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) e patrocinata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la realizzazione di misure e interventi contenuti nelle Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia.

A partire dal 7 giugno 2016 per un anno la campagna #HomelessZero vivrà di impegni, occasioni, eventi, collaborazioni che saranno portati e sviluppati in giro per l’Italia (consulta l’Agenda).
L’obiettivo è quello di porre fine alla estrema povertà in cui vivono oggi oltre 50 mila persone.

La campagna #HomelessZero promuove e sostiene la diffusione sul territorio nazionale di politiche abitative innovative che incidano sul primo (sebbene non l’unico) elemento deprivativo della condizione di senza dimora: la casa. Riconoscere il diritto alla casa significa riconoscere la casa come porta di accesso ai servizi, come luogo sicuro, confortevole e adeguato dal quale partire con un percorso di accompagnamento sociale professionale che pian piano affronti le diverse problematiche legate alla condizione di senza dimora (la cittadinanza, la residenza, la salute, il diritto al lavoro, l’educazione, la cultura, la socialità, il godimento dei beni comuni, diritto alla partecipazione e alla rappresentanza).

Guarda il video della campagna #HomelessZero

 

 

Baobab Experience

Baobab Experience

Nel 2004 nasce il Centro Baobab – all’interno di una vecchia vetreria abbandonata – situata a Roma, in via Cupa 5, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina. In questi anni il centro è stato utilizzato per attività culturali e di prima accoglienza. Dal 12 giugno 2015 questa struttura è diventata un contesto di azione autogestita da parte…

Nel 2004 nasce il Centro Baobab – all’interno di una vecchia vetreria abbandonata – situata a Roma, in via Cupa 5, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina. In questi anni il centro è stato utilizzato per attività culturali e di prima accoglienza. Dal 12 giugno 2015 questa struttura è diventata un contesto di azione autogestita da parte di liberi cittadini che spontaneamente hanno prestato il loro tempo per accogliere migranti o rifugiati in transito sul territorio romano.
Il movimento è formato da cittadini, lavoratori, disoccupati, studenti, medici, artisti e persone di ambi i sessi, di ogni ceto sociale e di ogni generazione che da mesi si stanno mobilitando per i diritti dei migranti e il loro libero transito.
Attualmente, dopo lo sgombero della struttura avvenuta il 6 dicembre 2015, in assenza di una sede, il gruppo continua a dare un’accoglienza degna, supportati da associazioni mediche e legali e dalla rete costituita nei mesi con associazioni di attivisti nazionali ed europei, e si è costituito in associazione alla quale è stato dato il nome di “Baobab Experience”.

Il Baobab ha dimostrato che a Roma, e nei suoi dintorni, c’è una società civile cosciente ed umana, che all’occasione agisce con sacrificio e dedizione dando agli altri sostegno psicologico, cure sanitarie, assistenza legale, cibo e vestiti, posti letto e svago.

Il tipo di accoglienza dei volontari del Baobab ha suscitato l’interesse di tante associazioni romane e italiane, di artisti e di privati cittadini. Il Baobab è stato un fenomeno di civiltà e lo vuole essere ancora, per senso civile ed umano, perché ogni volontario, in assenza delle istituzioni, non può assistere inerte alla disperazione di altri esseri umani.

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