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IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

“Bookcrossing zone” al Parco delle Ginestre

“Bookcrossing zone” al Parco delle Ginestre

Un'occasione per fare cultura della socialità
Il bookcrossing è un movimento internazionale diffuso in più di 130 paesi, che fa incontrare i libri con le persone nei luoghi più disparati: dai vagoni ferroviari alle sale d’attesa degli studi medici. Il progetto è stato inaugurato ad aprile del 2016 a Reggio Emilia al parco delle Ginestre di Rivalta, grazie al progetto QUArtiere Bene Comune, con la prima “Libreria…

Il bookcrossing è un movimento internazionale diffuso in più di 130 paesi, che fa incontrare i libri con le persone nei luoghi più disparati: dai vagoni ferroviari alle sale d’attesa degli studi medici.
 
Il progetto è stato inaugurato ad aprile del 2016 a Reggio Emilia al parco delle Ginestre di Rivalta, grazie al progetto QUArtiere Bene Comune, con la prima “Libreria Libera”. Subito dopo, e visto il successo dell’iniziativa, i cittadini hanno voluto estendere il Bookcrossing anche ai centri sociali e ad altri parchi della città. Sono sbucati degli scaffali pieni di libri in posti in cui prima non c’era niente. “L’idea è quella che ciascuno possa scambiare libri in modo libero e senza vincoli o termini di restituzione – afferma Bruna, una delle volontarie più attive del Bookcrossing Team di Rivalta – il progetto sta avendo molto successo: il parco è molto frequentato e ci sono sempre persone che sfogliano o leggono libri, che ne portano altri da condividere.”
Volete fare bookcrossing anche voi? Cercate tra i vostri libri quello che vorreste che fosse letto da tutti e portatelo in uno di questi luoghi, in cui si “legge coeso”.

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L’ortoparco Santa Maria

L’ortoparco Santa Maria

La Permacultura nel rispetto della Terra, delle Persone e del Consumo Equo
L’orto condiviso realizzato a Reggio Emilia nel Parco Santa Maria, con il contributo del Comitato cittadini di via Roma, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia (progetto QUArtiere Bene Comune), è un orto senza recinzioni fruibile da tutti i cittadini, ma gestito da un gruppo di volontari sensibili alla cura del bene comune del proprio quartiere, che cerca di…

L’orto condiviso realizzato a Reggio Emilia nel Parco Santa Maria, con il contributo del Comitato cittadini di via Roma, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia (progetto QUArtiere Bene Comune), è un orto senza recinzioni fruibile da tutti i cittadini, ma gestito da un gruppo di volontari sensibili alla cura del bene comune del proprio quartiere, che cerca di valorizzare gli spazi comuni per metterli a disposizione di tutti, creando così un luogo di integrazione, scambio e socialità attorno la pratica dell’orto.

Il metodo di coltivazione utilizzato è la Permacultura che permette di progettare insediamenti agricoli simili agli ecosistemi naturali, e quindi in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia, nel rispetto della Terra, delle Persone e del Consumo Equo. “Integra invece di separare”, “usa e valorizza la diversità”, “reagisci ai cambiamenti ed usali in modo creativo” sono alcuni dei principi dell’agricoltura permanente che i cittadini di via Roma hanno cercato di mettere in pratica.

Nel suo primo anno di vita l’orto è diventato un punto di aggregazione e una fucina di idee e iniziative che hanno travalicato i confini dell’orticoltura.

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Housing First Italia

Housing First Italia

Dalla strada alla casa, il network italiano per l'housing first
L’approccio Housing First si è sviluppato negli Usa dal 1992, quando Sam Tsemberis avviò a New York ‘Pathways to Housing’, un programma di contrasto alla homeless. Obiettivo del programma era “offrire un accesso in appartamenti indipendenti  a persone senza dimora con problemi di salute mentale o di disagio sociale”. I risultati raggiunti negli Stati Uniti, in Canada e in diversi…

L’approccio Housing First si è sviluppato negli Usa dal 1992, quando Sam Tsemberis avviò a New York ‘Pathways to Housing’, un programma di contrasto alla homeless. Obiettivo del programma era “offrire un accesso in appartamenti indipendenti  a persone senza dimora con problemi di salute mentale o di disagio sociale”.

I risultati raggiunti negli Stati Uniti, in Canada e in diversi Paesi Europei, “hanno spinto la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora  ad avviare una sperimentazione anche in Italia, con la costituzione nel marzo 2014 della rete Network Housing First Italia”. A giugno del 2016, inoltre è stata avviata la campagna #HomelessZero “rivolta al mondo politico, dell’associazionismo, del lavoro, della salute, alla società civile e all’opinione pubblica per richiamare l’attenzione sulla questione”, sul sistema di welfare e sulle politiche di contrasto della marginalità.

Oggi i membri del Network sono 52 (Comuni, Cooperative sociali, Associazioni, Fondazioni ed Enti religiosi).
I progetti attivi sono 33 in 10 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Calabria, Sicilia) e oltre 20 Comuni, e le persone attualmente inserite in casa sono 556, di cui 180 minori con le proprie famiglie.

Guarda il video della campagna #homelesszero

RECUP

RECUP

Il progetto che recupera e distribuisce il cibo avanzato nei mercati rionali
RECUP è un progetto che vuole combattere lo spreco alimentare e l’esclusione sociale: si recupera il cibo prima che venga buttato via, lo si divide tra buono e non, lo si redistribuisce a chiunque voglia prenderlo.I beneficiari sono gli stessi esecutori del lavoro: in questo modo si crea un concetto di collaborazione e comunità tra persone diverse, un contatto interculturale…

RECUP è un progetto che vuole combattere lo spreco alimentare e l’esclusione sociale: si recupera il cibo prima che venga buttato via, lo si divide tra buono e non, lo si redistribuisce a chiunque voglia prenderlo.
I beneficiari sono gli stessi esecutori del lavoro: in questo modo si crea un concetto di collaborazione e comunità tra persone diverse, un contatto interculturale e intergenerazionale che prima mancava.
Ciò che ha perso valore economico, può ritrovare valore sociale.
Il luogo del mercato è perfetto perchè tutto ciò avvenga: il mercato è folklore, scambio, convivialità, divertimento, incontro.

L’obiettivo del progetto è creare un punto RECUP almeno in ogni area di Milano, in modo che ogni quartiere possa gestire il proprio mercato e soddisfare i propri abitanti, ma, allo stesso tempo, tutti i quartieri siano legati dallo stesso progetto, diventino nodi di una rete cittadina solidale.
Questo approccio “glocale” consentirebbe alla città di essere più sostenibile, più viva e dinamica, più unita.

Altri obiettivi sono il creare un percorso di educazione alimentare, per i cittadini e per le scuole, con formazione direttamente sui mercati; laboratori, incontri, eventi artistici e gastronomici, aperitivi, giochi e chi più ne ha, più ne metta (ma non ne sprechi!).

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Genitori Connessi

Genitori Connessi

Come educarsi alle nuove tecnologie
La cittadinanza digitale è un diritto universale da tutelare.Questo presupposto è alla base del programma di lavoro del Comune di Reggio Emilia che, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Coopselios, vuole promuovere ed educare i cittadini ad essere più consapevoli di questo diritto.In questo contesto nasce “Genitori Connessi”, il percorso formativo dedicato ai genitori dei bambini frequentanti 12 Istituti comprensivi…

La cittadinanza digitale è un diritto universale da tutelare.
Questo presupposto è alla base del programma di lavoro del Comune di Reggio Emilia che, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Coopselios, vuole promuovere ed educare i cittadini ad essere più consapevoli di questo diritto.
In questo contesto nasce “Genitori Connessi”, il percorso formativo dedicato ai genitori dei bambini frequentanti 12 Istituti comprensivi della città di Reggio Emilia, che, attraverso dei laboratori, mira ad aumentare le competenze e la consapevolezza dei linguaggi e degli strumenti digitali, anche al fine di governarli per scopi educativi all’interno della famiglia. Per assistere i genitori coinvolti nel percorso nella formazione sono stati individuati e formati 25 tutor digitali tra insegnanti e cittadini volontari.

“La naturale immediatezza con la quale i bambini si accostano alle tecnologie, semplificando i percorsi di accesso e di utilizzazione, costituisce una straordinaria risorsa che deve essere orientata da adulti  consapevoli affinché la riduzione della complessità non risulti una riduzione della ricchezza e della molteplicità delle esperienze di apprendimento e una perdita delle intelligenze e dei linguaggi ai quali le potenzialità dei piccoli sono predisposte.” H. Gardner

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