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IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

Centro Internazionale del Libro Parlato “Adriano Sernagiotto”

Centro Internazionale del Libro Parlato “Adriano Sernagiotto”

La lettura, per tutti!
Il Centro Internazionale del Libro Parlato “Adriano Sernagiotto” nasce a Feltre nel 1983 con lo scopo di aiutare i non vedenti ad avvicinarsi alla lettura e allo studio. Il servizio offerto permette di scaricare gratuitamente degli audiolibri e fare assaporare così il piacere della lettura anche a chi, per qualsiasi motivo, non è in grado di leggere in maniera autonoma.…

Il Centro Internazionale del Libro Parlato “Adriano Sernagiotto” nasce a Feltre nel 1983 con lo scopo di aiutare i non vedenti ad avvicinarsi alla lettura e allo studio. Il servizio offerto permette di scaricare gratuitamente degli audiolibri e fare assaporare così il piacere della lettura anche a chi, per qualsiasi motivo, non è in grado di leggere in maniera autonoma. Al Centro si rivolgono principalmente non vedenti, ipovedenti, dislessici, distrofici, anziani, malati terminali e tutti coloro per i quali la lettura tradizionale è impossibile; così pure vari enti: scuole di ogni ordine e grado, biblioteche, case di riposo, A.S.L., amministrazioni comunali, istituti specializzati all’assistenza dei disabili, ecc.

Attualmente sono 11388 i titoli disponibili sul sito internet del Centro e grazie ad un filtro è possibile effettuare la ricerca per titolo, autore, lingua, o addirittura donatore di voce. I donatori sono circa 300, tutti volontari, e sparsi sul territorio nazionale.
Scopri quali sono i requisiti per diventare donatore di voce.

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Indovina chi viene a cena?

Indovina chi viene a cena?

Storie di viaggi, di terre, di persone che si raccontano a tavola
Il progetto nazionale, sostenuto da Fondazione CRT, è nato nel 2011 grazie all’incontro fra la Rete Italiana di Cultura Popolare, presieduta da Chiara Saraceno, sociologa e filosofa, e alcune famiglie migranti che hanno sentito il desiderio di aprire le proprie case all’incontro e alla condivisione offrendo una cena speciale pensata per coloro che avessero la curiosità d’immergersi totalmente in un’altra…

Il progetto nazionale, sostenuto da Fondazione CRT, è nato nel 2011 grazie all’incontro fra la Rete Italiana di Cultura Popolare, presieduta da Chiara Saraceno, sociologa e filosofa, e alcune famiglie migranti che hanno sentito il desiderio di aprire le proprie case all’incontro e alla condivisione offrendo una cena speciale pensata per coloro che avessero la curiosità d’immergersi totalmente in un’altra cultura. A tavola da subito è accaduto qualcosa di “magicamente” normale: si cominciava parlando di figli, di scuola, lavoro, di cinema e musica, e si finiva diventando amici e frequentandosi anche dopo.

Dal 2012 il progetto è diventato permanente, prevedendo una programmazione annuale e sviluppandosi in maniera diffusa in tutti quei territori aderenti alla Rete che scelgono di progettarlo. L’attività si concretizza in un percorso di cene all’interno delle case private dei nuovi cittadini, ma da quest’anno anche dei richiedenti asilo. Le famiglie aprono la propria casa per ospitare a cena un gruppo di persone interessate a conoscere la cultura, le tradizioni e la cucina del loro paese di origine.

A Reggio Emilia, città in cui il 16,4% degli abitanti sono immigrati, è stato il Centro Interculturale Mondinsieme con il Comune di Reggio Emilia, a credere fortemente nel progetto. Ivan Mario Cipressi, coordinatore di Mondinsieme, spiega: «Le regole sono poche e chiare: i nuclei familiari non decidono quale persona ospitare, mentre gli ospiti non decidono da quale famiglia andare a mangiare. Il centro organizza gli abbinamenti in modo tale che possano favorire l’incontro e la relazione tra persone portatrici di culture diverse». Le date delle prossime cene, al sabato, saranno: il 24 febbraio, il 24 marzo e il 28 aprile, sarà possibile partecipare contattando Mondinsieme entro tre giorni prima della cena.

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Officina delle Culture Gelsomina Verde

Officina delle Culture Gelsomina Verde

Da roccaforte della Camorra a luogo di coesione sociale
Originariamente era la sede dell’Istituto professionale Ipsia di Scampia, a Napoli. Tra il 2004 e il 2005 quando cominciò la feroce faida di Scampia, le iscrizioni alla scuola diminuirono vertiginosamente e l’Istituto fu costretto a chiudere. Fu allora che la camorra cominciò ad utilizzarlo prima come deposito di armi e poi come luogo per la vendita e il consumo di…

Originariamente era la sede dell’Istituto professionale Ipsia di Scampia, a Napoli. Tra il 2004 e il 2005 quando cominciò la feroce faida di Scampia, le iscrizioni alla scuola diminuirono vertiginosamente e l’Istituto fu costretto a chiudere. Fu allora che la camorra cominciò ad utilizzarlo prima come deposito di armi e poi come luogo per la vendita e il consumo di eroina.

Dal 2012, anno in cui Ciro Corona, presidente dell’associazione (R)esistenza anticamorra, riuscì ad ottenere l’affidamento della scuola le cose cominciarono finalmente a cambiare.

Solo nel 2015, dopo circa 3 anni di lavoro e grazie alla collaborazione di 2500 volontari, la scuola è stata bonificata diventando l’Officina delle Culture Gelsomina Verde: il polo di riferimento per la realizzazione di progetti e attività al servizio della rinascita di luoghi e persone.

Anche la scelta del nome non è stata lasciata al caso, Gelsomina Verde è infatti una giovane vittima innocente della camorra, torturata e uccisa a 22 anni il 21 novembre 2004.

Oggi all’interno dell’Officina sono state avviate diverse attività: doposcuola, corsi di salute per le donne, di fitness, di musica e di incisione. In collaborazione con il Dipartimento della Giustizia è nato un polo artigianale per i detenuti. Qui hanno la possibilità di recuperare o imparare il mestiere di falegname costruendo arredamenti per il Centro. Ed è grazie al lavoro dei detenuti se sono appena state inaugurate una biblioteca, che presto verrà inserita nel circuito delle biblioteche pubbliche, e una sala di lettura attrezzata. All’interno dell’Officina è presente anche una comunità alloggio di recupero per giovani migranti.

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Camilla – Emporio di Comunità

Camilla – Emporio di Comunità

Nasce a Bologna "Camilla", il primo supermercato autogestito d’Italia
Camilla è un emporio autogestito nato da un’idea delle associazioni di acquisto solidale Alchemilla GAS e Campi Aperti. Aprirà i battenti nel capoluogo emiliano nei primi mesi del 2018 e ogni cliente avrà un ruolo da protagonista. È così che funziona: i consumatori-lavoratori sono soci della cooperativa. Dato che i lavoratori sono gli stessi soci i costi di gestione sono…

Camilla è un emporio autogestito nato da un’idea delle associazioni di acquisto solidale Alchemilla GAS e Campi Aperti. Aprirà i battenti nel capoluogo emiliano nei primi mesi del 2018 e ogni cliente avrà un ruolo da protagonista.

È così che funziona: i consumatori-lavoratori sono soci della cooperativa. Dato che i lavoratori sono gli stessi soci i costi di gestione sono più bassi che altrove. Fanno esattamente quello che va fatto in un supermercato normale: aspettano i fornitori, mettono la merce a posto sugli scaffali, organizzano il magazzino, stanno alla cassa e mettono in ordine a fine giornata. Ognuno lavora circa tre o quattro ore al mese.

Seguendo questo modello nessuno ci perde, anzi, tutti ci guadagnano. I fornitori vengono pagati il giusto e nessun lavoratore viene sfruttato per poter tenere bassi i prezzi. All’interno di Camilla si predilige l’agricoltura locale, biologica ed eco-sostenibile, il rapporto diretto con il produttore, le filiere partecipate e i progetti volti a ridurre le diseguaglianze economiche e a sostenere i diritti dei lavoratori.

Per raccontare il successo di questo nuovo modello di distribuzione ad alto tasso di partecipazione, che negli ultimi anni si sta sviluppando anche in Europa – ne sono un esempio le ultime esperienze replicate a Parigi e a Bruxelles – è uscito da poco un documentario, “Food Coop”, che verrà presentato in alcune sale italiane a partire da metà novembre. Racconta la storia di “Park Slope Food Coop” il primo supermercato autogestito del mondo, nato nel 1973 a Brooklyn, che conta oggi 17.000 soci.

 

Vitematta – l’agricoltura sociale che trasforma il territorio

Vitematta – l’agricoltura sociale che trasforma il territorio

La cantina sociale Vitematta, fondata dalla Cooperativa Sociale Eureka Onlus, nasce in provincia di Caserta, in un terreno tra Casal di Principe e Santa Maria la Fossa confiscato alla camorra. Ad occuparsi della produzione dell’Asprino, che a luglio è stato aggiunto nell’annuario dei migliori vini del 2018, sono principalmente persone con disabilità psichiche. La mission della cooperativa è infatti quella…

La cantina sociale Vitematta, fondata dalla Cooperativa Sociale Eureka Onlus, nasce in provincia di Caserta, in un terreno tra Casal di Principe e Santa Maria la Fossa confiscato alla camorra. Ad occuparsi della produzione dell’Asprino, che a luglio è stato aggiunto nell’annuario dei migliori vini del 2018, sono principalmente persone con disabilità psichiche. La mission della cooperativa è infatti quella di contribuire all’emancipazione sociale e lavorativa del territorio attraverso la cura e l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, nel settore dell’agricoltura e della vinificazione.

Ogni anno Vitematta produce 13mila bottiglie di vino. Vincenzo Letizia, responsabile del progetto, ha dichiarato che far lavorare i suoi ragazzi a contatto con la natura è la migliore medicina e che l’utilizzo dei farmaci, da quando il progetto è partito, è notevolmente diminuito.

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