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IL PRIMO FESTIVAL BIENNALE SULLA COESIONE SOCIALE

Incubatore Coeso

Per parlare di coesione sociale siamo partiti dalle storie, realizzando una mappatura di buone pratiche, progetti, realtà nati dal basso o dalle istituzioni che raccontano, a volte meglio dei numeri, cosa significa fare coesione sociale in Italia. Abbiamo provato a raccontarle, attraverso interviste, articoli, video e immagini. La sezione è in continuo aggiornamento.

L’Albergo Etico apre a Roma

L’Albergo Etico apre a Roma

Il 28 dicembre ha inaugurato a Roma l’Albergo Etico e il sogno di Antonio è diventato realtà. L’idea è nata grazie ad Antonio Pelosi, imprenditore cresciuto in una storica famiglia di albergatori che anni fa rimane 3 settimane in coma in seguito a un grave incidente stradale. «Da lì mi è venuta l’idea: mettere su una struttura che potesse ospitare…

Il 28 dicembre ha inaugurato a Roma l’Albergo Etico e il sogno di Antonio è diventato realtà.
L’idea è nata grazie ad Antonio Pelosi, imprenditore cresciuto in una storica famiglia di albergatori che anni fa rimane 3 settimane in coma in seguito a un grave incidente stradale. «Da lì mi è venuta l’idea: mettere su una struttura che potesse ospitare e aiutare chi era riuscito a farcela uscendo dal coma». Così la villa di via Pisanelli, ex scuola privata fino al 2000, grazie al finanziamento da parte del Social Impact Banking di Unicredit, si è trasformata in un albergo con 17 camere doppie, arredate con gusto e dotate di ogni confort e tecnologia, un bar, un ristorante aperto agli ospiti dell’albergo e agli esterni, una terrazza e una sala per il co-working.
Lo staff è composto da 10 ragazzi con diverse disabilità che da marzo stanno studiando per imparare come gestire un albergo nel cuore di Roma.
L’obiettivo, oltre al servizio di ospitalità, è quello di permettere ai ragazzi diversamente abili di esprimere al meglio le loro abilità residue per aiutarli a sentirsi utili e inseriti nel mondo del lavoro. «Il mio vuole essere un punto di partenza – spiega Pelosi -: sfruttando le mie competenze nel settore, voglio formare delle professionalità che poi possano lavorare anche altrove».

L’Albergo etico fa parte oggi di una rete internazionale, un nuovo modo di dare accoglienza. La prima esperienza è nata in Italia, ad Asti nel 2006 con il progetto Download Albergo Etico, diventato associazione nel 2009 e cooperativa sociale poi.

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Il Paese ritrovato

Il Paese ritrovato

Il Paese ritrovato è un piccolo villaggio autosufficiente – nato da un’idea della Cooperativa la Meridiana – inaugurato a giugno 2018 a Monza, che rivoluziona il modo di intendere la cura e l’assistenza e offre alle persone malate di Alzheimer e demenza la possibilità di vivere in libertà e al tempo stesso di usufruire della necessaria assistenza e protezione. Qui…

Il Paese ritrovato è un piccolo villaggio autosufficiente – nato da un’idea della Cooperativa la Meridiana – inaugurato a giugno 2018 a Monza, che rivoluziona il modo di intendere la cura e l’assistenza e offre alle persone malate di Alzheimer e demenza la possibilità di vivere in libertà e al tempo stesso di usufruire della necessaria assistenza e protezione.

Qui le persone hanno la sensazione di condurre una vita quasi normale, abitano in casette colorate, vanno a fare la spesa, si trovano al bar per parlare del più e del meno, vanno dal parrucchiere e anche in palestra.
Gli abitanti attualmente sono 32 (ma arriveranno a 64), tutti over 70 affetti da demenza lieve o moderata. Sono costantemente supportati da personale specializzato e seguiti attraverso dispositivi non invasivi sia di tipo ambientale (domotica avanzata) sia di tipo fisiologico (sensori indossabili), per garantire al contempo adeguato sostegno all’autonomia residua e un aiuto nelle difficoltà quotidiane. L’esperimento è monitorato dal CNR e dal politecnico di Milano.

Il primo villaggio Alzheimer è nato in Olanda nel 2009 a West, un comune vicino ad Amsterdam, e ospita 152 persone suddivise in 23 case. Anche qui gli abitanti vivono insieme, frequentano corsi e laboratori, negozi, cinema e teatro, gestiti da operatori specializzati in demenza. Non solo: nel villaggio ci sono anche un ristorante e un pub che sono aperti a tutti e dove, quindi, gli abitanti possono socializzare e conoscere le altre persone del quartiere.
Strutture simili sono in costruzione a Roma, Varese e in California.

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Pub&Shop • Vale la Pena

Pub&Shop • Vale la Pena

Circoli virtuosi che cambiano le cose dal basso
Qualche anno fa vi avevamo raccontato la storia del birrificio Vale la Pena, un progetto nato nel 2014 per iniziativa della Onlus Semi di Libertà, che ha coinvolto i detenuti del carcere di Rebibbia in un percorso di formazione e inclusione applicato alla produzione di birra artigianale. Cosa c’è di nuovo? Lo scorso 11 ottobre è stato inaugurato il Pub&Shop•Vale…

Qualche anno fa vi avevamo raccontato la storia del birrificio Vale la Pena, un progetto nato nel 2014 per iniziativa della Onlus Semi di Libertà, che ha coinvolto i detenuti del carcere di Rebibbia in un percorso di formazione e inclusione applicato alla produzione di birra artigianale.

Cosa c’è di nuovo? Lo scorso 11 ottobre è stato inaugurato il Pub&ShopVale la Pena, un locale in via Euralio 22 a Roma, in cui sarà possibile degustare i prodotti del birrificio e non solo. Saranno presenti, infatti, altri prodotti realizzati a Rebibbia, come i formaggi a latte crudo di Cibo Agricolo Libero, caseificio artigianale della sezione femminile, il Caffè Galeotto, miscela solidale dei migliori crudi provenienti da diversi Paesi, tostato dalla Cooperativa sociale Pantacoop. E, ancora, le verdure che arrivano dall’Orto Rinchiuso gestito dalla cooperativa Men at Work.
Sugli scaffali del nuovo Pub&Shop saranno disponibili anche produzioni carcerarie provenienti dal resto d’Italia: dai Taralli Campo dei Miracoli del carcere di Trani, ai biscotti Cotti in Fragranza dell’istituto Malaspina di Palermo, dalla pasta GiglioLab srl dell’Ucciardone ai grissini Farina nel Sacco del carcere di Torino. E poi anche borse e abbigliamento, con le Malefatte del carcere di Venezia e le magliette Extraliberi, prodotte dal laboratorio di serigrafia della casa circondariale di Torino “tutto rigorosamente 100% galera”.

“I prodotti dell’Economia Carceraria – spiega Paolo Strano presidente della Onlus Semi di Libertà – puntano più alla qualità che alla dinamica speculativa del profitto e sono frutto di impegno ed orgoglio. Ogni prodotto realizzato all’interno del carcere è una storia che si offre a ognuno di noi, una storia da raccontare e da ascoltare. Perché l’economia carceraria ha tutto il potenziale produttivo per contribuire alla crescita del Paese. E’ un business virtuoso, pulito, solidale, dall’alto valore sociale e rigenerativo. Perché ogni cosa prodotta in carcere ha nella sua anima un valore aggiunto: quello del riscatto sociale e della scommessa su sé stessi”.

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Casa Sebastiano

Casa Sebastiano

Una nuova visione dell'autismo
Casa Sebastiano è un centro residenziale e diurno per persone con Disturbi dello Spettro Autistico gestito dalla Cooperativa Sociale Autismo Trentino. Tutto è nato grazie al piccolo Sebastiano e alla sua passione per l’acqua. Un pomeriggio caldo, all’improvviso, è scomparso in un torrente ai piedi delle Dolomiti. Voleva giocare, non sapeva come. «Quel giorno – dice l’imprenditore trentino Giovanni Coletti…

Casa Sebastiano è un centro residenziale e diurno per persone con Disturbi dello Spettro Autistico gestito dalla Cooperativa Sociale Autismo Trentino.

Tutto è nato grazie al piccolo Sebastiano e alla sua passione per l’acqua. Un pomeriggio caldo, all’improvviso, è scomparso in un torrente ai piedi delle Dolomiti. Voleva giocare, non sapeva come. «Quel giorno – dice l’imprenditore trentino Giovanni Coletti – abbiamo capito che questa emergenza non poteva restare sepolta nelle case, ignorata dallo Stato». Casa Sebastiano è nata così, dall’idea di sei famiglie che hanno deciso di cambiare il mondo di chi non riesce a mettere in ordine le emozioni regalando un posto accogliente in cui non si cura una malattia, si sperimentano autonomie. Qui i ragazzi partecipano attivamente alla vita e alla gestione della casa; assistiti dallo staff, cucinano, apparecchiano e servono a tavola, coltivano l’orto, gestiscono la lavanderia.

Nel nostro Paese almeno un bambino ogni 150 è affetto da Autismo, gli adulti sono oltre 400 mila. I Disturbi dello Spettro Autistico coinvolgono la persona per tutto l’arco della vita, dall’infanzia all’età adulta. Casa Sebastiano si pone l’obiettivo di assistere la persona con Autismo, e la sua famiglia, fin dall’infanzia, accompagnandola nella realizzazione di un “progetto di vita” che ambisce all’istruzione e all’inserimento lavorativo.

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SfruttaZero: la passata di pomodoro anti caporalato

SfruttaZero: la passata di pomodoro anti caporalato

Sfrutta Zero, la salsa anti caporali
SfruttaZero è un progetto di autoproduzione di salsa di pomodoro, di tipo cooperativo e mutualistico, promosso da giovani precari e migranti; nasce a Bari nel 2014 dall’associazione Solidaria e dal 2015 viene coinvolta anche l’associazione Diritti a Sud. Il progetto è partito dall’idea di realizzare una filiera pulita del pomodoro, dalla semina alla trasformazione; il frutto finale sono bottiglie di…

SfruttaZero è un progetto di autoproduzione di salsa di pomodoro, di tipo cooperativo e mutualistico, promosso da giovani precari e migranti; nasce a Bari nel 2014 dall’associazione Solidaria e dal 2015 viene coinvolta anche l’associazione Diritti a Sud.

Il progetto è partito dall’idea di realizzare una filiera pulita del pomodoro, dalla semina alla trasformazione; il frutto finale sono bottiglie di passata di pomodoro di alta qualità, prodotta senza alcuna forma di sfruttamento del lavoro. In questo modo “l’oro rosso”, da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia, è diventato simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso.

«Coltivare i campi senza sfruttamento è possibile e noi lo stiamo facendo», spiega Rosa Vaglio, portavoce di Diritti a Sud, che da tre anni partecipa alla gestione del progetto SfruttaZero. «Siamo partiti nell’estate del 2016, con una produzione di 2500 vasetti di salsa», racconta. «L’anno scorso siamo arrivati quasi a 20mila vasetti, tra il terreno coltivato a Nardò e quello di Bari, e quest’anno saranno ancora di più».

La salsa si vende soprattutto nei Gas (Gruppi di Acquisto Solidale), nelle fiere e nella rete di FuoriMercato. Gli ordini, oltre che dall’Italia, arrivano anche dalla Germania, dalla Francia e dall’Austria. Nel 2016 al progetto è stato assegnato il Premio Livatino per sostenere il forte impegno antimafia.

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